27 novembre 2010
Il ruolo del Terzo Settore svilito dalla politica
Siamo arrabbiati e indignati. Credete, non è questione di soldi. La vicenda dei tagli al 5 per 1000 è nota, ma vale la pena ripartire dai fatti. Il dato oggettivo a oggi è questo: dei 400 milioni di euro destinati in Finanziaria al 5 per 1000 della dichiarazione dei redditi, sono rimasti 100 milioni. È vero anche che il ministro Tremonti ha garantito che, in fase di assestamento, troverà il modo di far saltar fuori i soldi e tornare ad avere i 400 milioni di euro destinati al non profit.
Siamo arrabbiati e indignati. Credete, non è questione di soldi. La vicenda dei tagli al 5 per 1000 è nota, ma vale la pena ripartire dai fatti. Il dato oggettivo a oggi è questo: dei 400 milioni di euro destinati in Finanziaria al 5 per 1000 della dichiarazione dei redditi, sono rimasti 100 milioni. È vero anche che il ministro Tremonti ha garantito che, in fase di assestamento, troverà il modo di far saltar fuori i soldi e tornare ad avere i 400 milioni di euro destinati al non profit. Intanto al ministro Tremonti bisogna dare atto di essere stato l’inventore di questa geniale formuletta che consente di destinare una parte delle tasse al mondo del volontariato. E bisogna anche dargli atto di aver sempre difeso (nelle precedenti Finanziarie) questa scelta. Per questo (se il Governo starà in piedi) siamo fiduciosi che il ministro troverà modo di mantenere la promessa. Ma questo non basta. L’arrabbiatura e l’indignazione rimangono, eccome. I motivi sono tanti, e tutti hanno a che fare non con i soldi, quanto con la dignità del ruolo del non profit nella società di oggi. Prima considerazione. Siamo consapevoli del tempo di crisi che viviamo e abbiamo il senso di responsabilità di comprendere che i tagli sono spesso inevitabili. Ma i 400 milioni di euro destinati al no profit sono niente. Sono un “caffè o poco più” offerto a un mondo che oggi si fa carico di un ruolo determinante nella società. Ecco perché solo pensare di tagliare quei fondi è una scelta illogica e incomprensibile. Seconda considerazione. Sapete dove sono andati a finire i 300 milioni di euro tagliati al non profit? All’editoria e alle televisioni private. Ogni commento in fatto di priorità è sinceramente superfluo. Terza considerazione. Le Associazioni aspettano da un paio di anni di vedersi accreditati i soldi assegnati nel 2009. Comprendiamo i tempi dello Stato, ma anche lo Stato deve comprendere che, per quanti devono fare i conti con il volontariato e i bilanci da chiudere, ricevere i soldi dopo 40 mesi complica molto le cose. Tutto questo lascia una ragionevole amarezza in termini di dignità. Quanti secoli dovranno ancora passare perché il mondo della politica arrivi a comprendere (nei fatti e non a parole) il valore del ruolo svolto nella società odierna dall’universo del terzo settore, compreso quello delle società sportive di base? Siamo consapevoli che ci vorrà tempo e pazienza, e non ci scoraggiamo. Più urgente è invece l’emendamento capace di riportare a 400 milioni di euro lo stanziamento del 5 per 1000. Se non dovesse arrivare, dovremmo fare i conti con una sconfitta di tutto il Paese e con una ferita difficile da rimarginare.